La vicenda della Embraco è nota: l’azienda del gruppo Whirlpool decide di chiudere lo stabilimento in Italia e trasferirlo in Slovacchia; il ministro dello sviluppo economico propone di non licenziare i 500 dipendenti, ma di metterli in cassa integrazione (che non costa niente all’azienda essendo a carico dei contribuenti) così da poter lavorare per una riconversione industriale.
Nonostante l’opzione sia a costo zero per l’azienda, quest’ultima si dichiara non interessata, conferma la chiusura della fabbrica e il trasferimento dell’attività in Slovacchia.
Il ministro, a questo punto, perde le staffe e corre dal Commissario europeo alla concorrenza per le verifiche del caso.
Fin qui la cronaca, vedremo se c’è stato qualche abuso da parte della Slovacchia, ma da questa vicenda si deve prendere lo spunto per alcune riflessioni.