Perché gli Euroburocrati non perdono occasione per ricordarci le pessime condizioni della nostra economia? Semplice: perché il loro compito è vigilare sulle regole che ci siamo liberamente impegnati a rispettare e perché sulla base di questo impegno altri 18 paesi hanno deciso di condividere la moneta con l’Italia. Alcune di queste regole sono sicuramente da rivedere, ma, fin quando ci sono, vanno rispettate, se vogliamo veramente riformarle e restare nel novero delle nazioni civili.
Nei giorni scorsi è toccato a Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue ricordarci che da tempo violiamo le regole di finanza pubblica che ci siamo impegnati a rispettare. I dati sono noti: abbiamo un rapporto debito/pil al 131,8% a fronte di un limite del 60% e di una media europea del 90%; ogni giorno che passa il nostro debito aumenta di ben 100 milioni.
Gli «economisti» (?) dei partiti che trattano per fare un governo chiedono a giorni alterni: di cancellare il debito con un click; oppure di monetizzarlo (cioè stampare moneta per estinguerlo: un suicidio economico fortunatamente vietato dai Trattati); oppure di non conteggiare la parte detenuta dalla Bce ai fini del rapporto debito/pil (ma alla fine lo paghiamo o no il debito? Questa è l’unica risposta da dare al mondo intero). A questo si aggiunga che il cd «contratto di governo» bisognerebbe chiamarlo «lista della spesa senza avere i soldi» e si trasformerà solo in ulteriore debito: i cd «economisti» si sono chiesti chi presterà i soldi ad un debitore fa di tutto per disconoscere il debito? Difficile commentare una tale irrazionalità.